Due lotti per 43,5 milioni e mezzo di euro nei prossimi 5 anni: è questo il valore dell’appalto del Comune di Triste per il rinnovo del servizio di ristorazione per asili, scuole (materne, elementari e medie) e centri estivi.
Scade infatti il 31 agosto prossimo il maxi appalto delle mense scolastiche del capoluogo del Friuli Venezia Giulia , che verrà riassegnato in due tranche (una riguarda gli istituti dotati di cucina e l’altra quelli in cui il pranzo arriva da fuori). Il vincitore dell’ormai imminente gara, solitamente più aziende consorziate, sarà chiamato a preparare e distribuire più di un milione e mezzo di pasti all’anno, a partire dal 1° settembre.
Si tratta in realtà di un duplice contest, che premierà l’offerta economicamente più vantaggiosa, dove la componente del costo (leggi ribasso) vale per il 25% mentre l’offerta tecnica pesa per il 75%.
Ed infatti, forse anche sull’onda dei contenuti dell’Expo, uno dei pilastri su cui si basa il capitolato di gara è l’offerta in tema di “prodotti agricoli ed agroalimentari biologici”, compresi quelli Dop, Igp o riconducibili a menu “tradizionali” o alla “dieta mediterranea”. Si richiede quindi espressamente “un incremento dei prodotti biologici, in particolar modo per gli utenti dei nidi d’infanzia”.
Un clamoroso dietrofront rispetto alle disposizioni assunte dalla Giunta comunale due anni or sono, che aveva tagliato le quote di prodotti “bio” per risparmiare. Così come ridimensionati sono i menu etnici, anch’essi al centro di polemiche tempo addietro: ora ad essere premianti saranno i “piatti di casa”. Le pietanze di cucine “esotiche” (serba, romena e cinese, ad esempio), già sperimentate in passato, non spariranno del tutto, ma verranno proposte solo qualche volta all’anno.