La ristorazione collettiva biologica vale in Italia qualcosa come 315 milioni di euro all’anno. Si tratta di una percentuale di oltre il 10% sul totale del mercato italiano del biologico considerato nel suo insieme, grazie soprattutto all’apporto di oltre 1.249 servizi di ristorazione e mense scolastiche con menu bio attivi in tutta Italia (dati Biobank, 2014). In quattro anni, la percentuale di cibi biologici usati nelle mense delle scuole italiane è cresciuta del 43%, attestando l’attenzione sempre maggiore rivolta a cosa mangiano le nuove generazioni.
Per favorire la crescita del settore, soprattutto a scuola, secondo Fedagri-Confcooperative è necessario un maggior impegno per semplificarne in primis le norme. Va peraltro ricordato che nel 2011 il ministero dell’Ambiente aveva redatto un Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione in cui in cui veniva fissata in almeno il 40% la quota della ristorazione pubblica di origine biologica. Di seguito, venivano pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale i criteri ambientali minimi per il servizio di ristorazione collettiva.
A livello geografico, la situazione presenta differenze significative: accanto ad alcune regioni dove l’impiego di prodotti biologici nelle mense è poco sviluppato, altre, come Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, hanno fatto proprie e disciplinato le disposizioni nazionali redigendo leggi regionali e programmi per l’orientamento dei consumi e l’educazione alimentare ad hoc.