È finito il digiuno per Autogrill: dopo 48 mesi di cinghia stretta, il colosso del people on the move distribuisce un dividendo. Questo grazie all’utile triplicato a 64 milioni (e al traffico negli aeroporto che decolla, soprattutto negli Usa, con il 20% di incremento dei ricavi per l’azienda) e al miglior bilancio da almeno 3 anni: il giro d’affari supera 4,36 miliardi.
Concentrata solo sul core business delle origini, la ristorazione, dopo aver ceduto alla svizzera Dufry i duty free, la multinazionale italiana ripaga i propri soci distribuendo metà degli utili del 2015: una cedola di 0,12 euro ad azione. Per i proprietari Benetton l’assegno è di 15 milioni di euro. Un segnale doppiamente positivo e dal valore simbolico: il peggio è passato. Dopo aver minacciato persino di mollare l’Italia negli anni peggiori della recessione, adesso l’Ad Gianmario Tondato torno al sorriso, parlando di “moderato ottimismo”.
Musica per le orecchie dei mercati, che, ahinoi, vivono più di outlook che di rendiconti: nelle prime 8 settimane del 2015 i ricavi di Autogrill sono saliti del 5% (del 6,5% a cambi correnti). Il mercato principale del Gruppo, il Nord America, e l’Europa, sono le due aree dove si cercherà di sfruttare la ripresa.
Se a tirare la volata sono gli aeroporti, la ripresa interessa, meno vistosa, anche le autostrade (+3,4% i ricavi del Gruppo nel segmento). Non mancano le zone d’ombra: in Italia i ricavi scendono e più che per la ripres(in)a, qui l’ottimismo si fonda sul fatto che “il declino del business è stato metabolizzato”, stanti le storture di una rete autostradale con un eccesso di stazioni di servizio e concessioni troppo onerose.