Dopo tante “sconfitte” subite da colossi francesi che facevano shopping di marchi di prestigio di casa nostra, complice gli effetti della grande crisi, un micidiale uno-due a favore dell’Italia: prima con Lavazza, che “dilaga” nel mondo del caffè comprando Carte Noire, marchio di alta gamma nel mondo del caffè, quindi con l’Opa di Campari su Grand Marnier, liquore misto d’arancia e di cognac che sorseggi e ti sembra di essere sotto la Tour Eiffel.
L’acquisizione per circa 700 milioni dell’azienda francese fondata nel 1978 da René Monnier (300 dipendenti tra Parigi e lo stabilimento di Lavérune nel sud del Paese) rappresenta per il gruppo italiano – che oggi porta 20 miliardi di tazze di caffè in 80 paesi nel mondo – un passo importante sulla via dell’internazionalizzazione avviata dall’Ad Antonio Baravalle: il 55% del fatturato nel 2015 proviene dall’estero (salirà al 65% alla fine di quest’anno), grazie al contributo di Paesi chiave quali Germania (+11% nel 2015), Stati Uniti (+20%), Gran Bretagna (+19%) e appunto Francia (+10%), quinto consumatore di caffè nel mondo, secondo in Europa, prima dell’Italia, mercato strutturato in continua crescita, dove Lavazza è sbarcata nel 1982. Ora, con Carte Noire, lievita al 20% il contributo della terra di Marianna ai ricavi del gruppo piemontese: 1,4 miliardi la stima 2015, 1,7 miliardi quelli attesi nel 2016, 2 miliardi negli esercizi successivi.
Anche se ha provocato travasi di bile nella stampa francese (che ha parlato con malcelato rammarico di “un monumento del patrimonio gastronomico e culturale francese” che passa sotto cappello italiano) e, secondo alcuni, la valorizzazione (684 milioni) attribuita a Grand Marnier, che fattura 151 milioni l’anno, è esorbitante (pari a quasi 5 volte i mezzi propri, 4 volte i ricavi e 49 volte i profitti del 2015), la notizia è che il gruppo Campari acquista un altro marchio e si rafforza nell’alta gamma.
L’operazione amichevole (nasce in accordo con i proprietari della maggioranza dell’azienda, quotata a Parigi, titolari del 60% dei diritti di voto, vale a dire gli eredi di Jean Baptiste Lapostolle e di Luois Alexandre Marnier) prevede il lancio di un’Opa in tempi rapidi, con conclusione entro giugno. Poi il titolo sarà delistato. Ma ciò che piace di più agli azionisti è che i cugini italiani stimano l’azione 8,05 euro, con un premio del 60,4% sul prezzo. Santè!