Sempre più scuole verdi: in base al recente report di Nomisma/Pentapolis, presentato oggi nel corso della seconda edizione di Mens(a) Sana – Ristorazione sostenibile nelle scuole, in Italia le mense sostenibili in cinque anni sono aumentate del 50%, per un totale di oltre 1.200 plessi, concentrati perlopiù nelle regioni settentrionali del paese; per quel che concerne i pasti consumati, quelli bio hanno ormai superato quota 1,2 milioni di unità.
Poco confortanti invece i segnali sul fronte delle eccedenze alimentari e dei rifiuti: interessano circa il 10% dei pasti serviti, pari a 87mila tonnellate di cibo di cui l’85% è totalmente sprecato. Sono infatti 74mila le tonnellate di cibo della ristorazione collettiva che ogni anno finiscono nella spazzatura. Altro campanello di allarme è costituito dal fatto che il 33% delle gare per servizi di mensa poggia solo sul criterio del prezzo. Troppo usa e getta, quindi, per piatti, coltelli e forchette, con 50 grammi di rifiuti prodotti giornalmente di media da ogni alunno.
Tra i dati salienti colti dallo studio segnaliamo il dato del 38% delle amministrazioni che attiva procedure di rilevazione degli avanzi, il 74% che richiede alla ditta appaltatrice di effettuare la raccolta differenziata dei rifiuti; il 69% delle mense scolastiche che usa l’acqua del rubinetto e la presenza di produzioni certificate nei menu, tra referenze biologiche (81%), DOP (67%), tipiche del territorio (40%) ed equo-solidali (33%).
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