Le riforme mettono benzina nel motore del Paese. Lo sostiene il Centro Studi Confindustria, secondo il quale glieffetti si vedranno solo nel medio termine, ma la volontà di cambiamento è un segnale positivo che aiuteràconsumi e investimenti.
La contrazione del Pil italiano nel terzo trimestrerisultata quindi “in linea” con le previsioni mentre nell’ultimo scorcio del 2014, “gli indicatori fin qui disponibili suggeriscono una variazione nulla”. Una base promettente per la ripartenza a inizio 2015, sostengono i tecnici dell’organizzazione degli imprenditori italiani guidata da Giorgio Squinzi.
Insomma: la ripresa sarebbe più legata al ritorno della fiducia determinato dalla manifesta volontà del governodi voltare pagine più che dai contenuti delle riforme in sé, che, sempre secondo Confindustria, “danno frutti nel medio termine, ma nell’immediato rispondono alla domanda di cambiamento del Paese e restituiscono così la fiducia necessaria a rilanciare consumi e investimenti”.
La previsione di un prodotto interno nullo nel periodo ottobre-dicembre sono migliori rispetto alla attese. Si tratta di un calcolo fondato su alcuni fattori: “L’export è tornato ad aumentare, l’occupazione mostra i primi segnali di recupero, si è arrestata l’emorragia di credito alle imprese (anche se le condizioni d’offerta rimangono strette) e la riduzione dei tassi, di cui hanno molto beneficiato titoli pubblici e bancari, inizia a essere trasmessa alle piccole aziende”.
Infine, il Centro Studi sottolinea l’importanza del piano presentato dal neo presidente della Commissione dell’Unione Europea, il lussemburghese Junker, che “dovrebbe mobilitare 315 miliardi, ma la leva di 15 è elevata, non chiare le risorse vere (21 miliardi) e non è certo se i contributi nazionali eventuali siano esclusi da deficit e debito”.