Autogrill ha chiuso il 2016 con un utile netto di 98,2 milioni, in crescita del 53,9% a cambi costanti (+53,1% a cambi correnti). Il colosso italiano del people on the move ha quindi proposto un dividendo di 0,16 euro, in aumento del 33,3% rispetto agli 0,12 euro distribuiti nel 2015.
I ricavi si sono attestati a 4,52 miliardi di euro, con una progressione del 4,6% a cambi costanti e del 4,2% a cambi correnti (+3,1% a perimetro omogeneo). Alla fine del 2016, il portafoglio era pari a 34 miliardi di euro, con una durata media di 7,3 anni mentre nel corso dell’anno sono stati rinnovati circa 6,3 miliardi di euro di contratti e ne sono stati vinti di nuovi per circa 1,6.
Il 2016 è stato un anno positivo a detta dell’ad Gianmario Tondato da Ruos, grazie ai buoni risultati conseguiti in tutte le regioni dove la multinazionale opera.
In particolare in Nord America, dove la società è leader indiscussa e partner nei più importanti aeroporti Usa, sono stati rinnovati, tra gli altri, il contratto dell’aeroporto di Charlotte-Douglas, con largo anticipo e per 10 anni, e il contratto di Orlando. Nel Nord Europa, il Gruppo si è aggiudicato concessioni negli aeroporti di Bergen e di Rotterdam, mentre nei mercati emergenti continua l’espansione nel Medio Oriente (Abu Dhabi e Doha) e in Asia (Pechino). In Italia sono stati raggiunti obiettivi soddisfacenti nei rinnovi delle gare in corso, con contratti per 190 milioni di euro. Nel corso del 2016 sono state completate inoltre alcune acquisizioni e cessioni che hanno consentito un ulteriore miglioramento del portafoglio: negli States, con l’acquisizione di CMS si è rafforzata la posizione a Los Angeles e a Las Vegas, mentre grazie all’acquisto di Stellar Partners, operatore nel settore del convenience retail aeroportuale, si aprono nuove prospettive di crescita per il Gruppo in un mercato del valore di 1,5 miliardi di dollari.
In Europa è continuata l’ottimizzazione delle attività, con la cessione del business delle stazioni ferroviarie francesi e delle aree di servizio autostradali in Olanda; queste ultime comprendevano un’importante componente alberghiera, attività non considerata strategica dal Gruppo.