Diventare la prima pizzeria di quartiere con prodotti italiani e aprire 1.000 locali nei prossimi 25 anni lungo lo Stivale: è questo l’ambizioso obiettivo che si dà Domino’s Pizza, come ha annunciato il ceo della costola tricolore del colosso Usa, Alessandro Lazzaroni.
Con alle spalle un brand internazionale – con base ad Ann Arbor, nel Michigan – che fattura 10 miliardi di euro (il 50% fuori dagli States), possiede 13 mila pizzerie in 85 stati e ha una collaudata expertise nella consegna a domicilio, il manager vuole diffondere la sua formula, sbarcata nel 2015 in quel di Milano, grazie a un marketing che punta su un prodotto a base di ingredienti dop a un prezzo sì sopra la media, ma giustificato da un servizio rapido, digital e di prossimità.
A base del ragionamento dell’amministratore delegato una constatazione: in Italia l’offerta a tema pizza è dominata da locali a gestione familiare, 42 mila insegne che tranne in rari casi non riescono a fare consegne a domicilio ottimali. Partendo da questo presupposto, Lazzaroni vuole offrire ai consumatori del Belpaese una pizza di qualità che il cliente può customizzare e che arriva fragrante alla porta di casa.
L’obiettivo è dunque quello di aumentare gli ordinativi online: negli 8 negozi a Milano (altri 3 in apertura tra Brescia e Bergamo) la spesa via mobile app pesa oggi per il 43% (per l’85% nella prima location italiana di viale Tibaldi) ma si vuole arrivare al 50% entro la fine dell’anno, migliorando sul tempo delle consegne (21,7 minuti di media), al 99% puntuali. È stata persino studiata una app per gli ordini multipli e negli Stati Uniti il colosso della tomato&cheese è pronto a sostituire il personale del porta a porta con i droni e ad esplorare il terreno degli assistenti vocali (Google Home e Alexa Amazon) per gli ordini e i pagamenti online, che nella Madrepatria pesano già per il 60% del fatturato.
Tra le prossime sfide italiane, invece, l’introduzione della pizza integrale e, soprattutto, l’approdo nientepopodimenoche a Napoli, “lasciando che siano i clienti a dire la loro”.