Con la nota n. 348 il MIUR ha fornito le linee guida per il consumo a scuola del pasto domestico, così da porre fine al caos ingenerato dal riconoscimento di questo diritto sancito da alcuni tribunali dal giugno dell’anno scorso: prima fra tutte la sentenza del Tribunale di Torino, cui nell’anno scolastico 2014-2015 si erano rivolte circa 60 famiglie per domandare la possibilità di far consumare a scuola ai propri figli il pasto portato da casa e, di conseguenza, la facoltà di non usufruire del servizio mensa offerto dal Comune di Torino.
Nella nota il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca dà una serie di indicazioni agli uffici regionali: suggerisce di supportare le scuole al fine di evitare situazioni critiche; di mantenere rapporti costanti con esse, per evitare che esse si discostino dalle pronunce della magistratura; di favorire il dialogo delle scuole con le famiglie, accogliendone richieste e segnalazioni per contemperare le esigenze di tutti gli alunni; e di dialogare con gli enti locali responsabili dell’erogazione e della gestione del servizio mensa.
Ci sono indicazioni anche per gli istituti scolastici, tenuti a valutare le soluzioni più idonee a far consumare agli allievi il pasto domestico, assicurando la tutela delle condizioni igienico-sanitarie e il diritto alla salute, ed evitando il più possibile lo scambio di alimenti, per evitare eventuali contaminazioni.
Il MIUR suggerisce poi di utilizzare misure analoghe a quelle impiegate nei casi di consumo di pasti speciali, nonché di richiedere il supporto del servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione presso le A.S.L..
Nel frattempo va ricordato che pendono presso la Corte di Cassazione diversi ricorsi proposti da diverse amministrazioni contro le sentenze con le quali è stato riconosciuto il diritto di portare da casa il pasto da consumare a scuola.