Una stella Michelin vale in media 708mila euro di fatturato, con due si sale a 1,1 milioni e con tre la cifra lievita a oltre un milione e mezzo: se qualcuno si chiede ancora perché i nostri cuochi si diano tanto da fare per conquistare il prestigioso riconoscimento transalpino, i numeri del fatturato dei ristoranti dove operano gli chef che se ne possono fregiare sciolgono ogni dubbio.
In Italia i ristoranti premiati dalla guida francese sono in totale 343 e, secondo la società Jfc, realizzano nel complesso un giro d’affari di 259 milioni di euro.
Foodcommunity.it, che ha raccolto i dati ufficiali di Infocamere e Cerved rielaborandoli in base alle informazioni rivelate dagli stessi cuochi stellati, ha stilato una classifica: al primo posto, con oltre 15 milioni, c’è l’impresa Da Vittorio Srl, legata all’omonimo ristorante tre stelle Michelin della famiglia Cerea a Brusaporto (Bergamo). Le attività dell’azienda comprendono il relais La Dimora, la struttura specializzata in banchetti Cantalupa, il caffè pasticceria Cavour in Città Alta e la società di catering Vi.co.ok (creata nel 2008) attiva in tutto il mondo, da Hong Kong a New York, da Parigi ad Abu Dhabi.
In seconda posizione troviamo, con oltre 10 milioni di euro, l’impero degli Alajmo dei fratelli Raffaele e Massimiliano. Fanno parte del gruppo dieci locali.
Più distanziate, ma in fase di impetuosa crescita grazie al traino dei talent show a tutto food che imperversano da qualche anno alla tv, ecco le imprese di Carlo Cracco (diverse società con un giro d’affari complessivo di 7,5 milioni di euro) e Antonino Cannavacciuolo (oltre 5 milioni). Nella top 10 della classifica incontriamo poi gli chef Giancarlo Perbellini, Andrea Berton, Massimo Bottura, Niko Romito, Enrico Bartolini e Moreno Cedroni.