Secondo i dati Eurispes relativi al 2016, gli italiani vegetariani e vegani aumentano al ritmo di 1.600 al giorno: erano il 6% della popolazione nel 2013, il 7,1 nel 2014, l’8 nel 2015 (di questi, il 7,1 per cento è vegetariano mentre lo 0,9 è vegano). Una moda che si sta trasformando in fenomeno di massa: oggi sono 1.800.000 i vegani e i vegetariani che abitano nel Belpaese, italiani che hanno rinunciato alla carne (-5% il consumo all’anno) e optano per bevande sostitutive del latte alla soia, al riso e alla mandorla (cresciute del 17% nel 2015); incrementi a doppia cifra riguardano anche formaggi di soia (24%) e zuppe di verdura pronte (38%). Risultato: nei supermercati il fatturato annuo generato dalla vendita di prodotti a base vegetale lievita e oggi vale 320 milioni di euro.
Ormai l’Italia contende alla Germania il primato di Paese più vegetariano dell’Ue ma presentano percentuali di vegetariani comprese tra il 7 e l’11% anche Svezia e Austria, seguite da Russia, Usa, Francia, Spagna, Giappone e Cina, dove si va dal 2 al 4%.
Anche la ristorazione ha capito l’antifona: nel franchising, ad esempio, non solo vanno alla grande insegne come Veggie Days e Universo Vegano (che già nel nome rivelano il loro target) ma si moltiplicano le pasticcerie e le gelaterie vegane, mentre sempre più catene inseriscono in menu piatti “verdi”: basti citare i panini veggie e veg di Burger King, il McVaggie di McDonald’s o le ultime proposte di 100Montaditos, catena spagnola che ha convertito 5 dei suoi famosi 100 panini ai ripieni vegetariani.