Nel 2017 la produzione di birra ha raggiunto in Italia il valore più alto in assoluto, pari a 15,6 milioni di ettolitri, in aumento del 7,5% rispetto al 2016. L’Italia si conferma dunque come decimo produttore europeo, per quanto decisamente a distanza di Germania, Regno Unito, Polonia e Spagna.
Sempre l’anno scorso l’export ha raggiunto il massimo storico, circa 2,7 milioni di ettolitri, +7,9% rispetto al 2016. In generale, negli ultimi 10 anni le nostre esportazioni sono raddoppiate, grazie in particolare ai due principali produttori italiani, Peroni e Heineken Italia.
In questo contesto, l’area UE ha assorbito il 72% dell’export italiano di birra, pari a oltre 2 milioni di ettolitri: la Gran Bretagna è in testa tra gli importatori, con 1,4 milioni di ettolitri, seguita da Francia e Paesi Bassi. Fra i paesi extraeuropei, gli USA con 217.827 ettolitri guidano la classifica, prima di Australia e Albania. Il 2017 ha visto invece un sensibile calo dell’import, diminuito del 9,1% rispetto al 2016, attestato a 6,4 milioni di ettolitri.
E ancora: Assobirra indica per il 2017 consumi pari a 19.3 Mn/hl, che evidenziano un incremento dell’1,6% rispetto all’anno precedente. Si tratta di un altro primato, con livelli di consumo pro-capite che per la prima volta sono arrivati a quota 31,8 litri.
Il 71% degli italiani maggiorenni dichiarano di consumare birra. Di questi, 16 milioni sono donne: 30 anni fa solo 2 italiane su 10 bevevano birra; oggi il Belpaese ha il numero più elevato di consumatrici in Europa (6 su 10), anche se con il minor consumo pro capite, 14 litri.
Lo scorso anno i consumi On Trade (fuori casa) sono stati pari al 37,6% del totale, in diminuzione dell’1,8% rispetto al 2016, mentre più del 60% degli acquisti è ascrivibile alla distribuzione moderna e tradizionale. Secondo un recente studio della Fondazione Birra Moretti i volumi dell’On Trade, benché inferiori a quelli dell’Off Trade, generano quasi il 75% dei ricavi totali del mercato brassicolo italiano.