Cartellino rosso per Qui! Group: Consip ha risolto il contratto con l’emettitore ligure.
La centrale per gli acquisti della pubblica amministrazione ha deciso la risoluzione della convenzione “Buoni Pasto ed. 7” – relativamente al lotto 1 (Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia) e al lotto 3 (Lazio), “per reiterato, grave e rilevante inadempimento delle obbligazioni contrattuali”.
Il provvedimento arriva dopo mesi di crescenti polemiche, con gli esercenti convenzionati ad accusare il gruppo guidato da Gregorio Fogliani, l’unico del settore a capitale interamente italiano, di effettuare i pagamenti con ritardi che ne pregiudicano il conto economico, e la società a ribattere che la responsabilità è da ricercare invece nelle pubbliche amministrazioni, che la rimborsano a babbo morto. Risultato: un numero crescente di esercenti rifiuta i sostituti cartacei con il logo Qui! Ticket.
Un passo indietro: nel febbraio 2016 Qui! Group si era aggiudicata due dei sette lotti del bando Consip per i buoni pasto alla PA, con un forte ribasso sulla base d’asta, attorno al miliardo di euro. Nel luglio 2017 l’azienda genovese ne vince altri due, per un valore di circa 100 milioni di euro, mentre gli altri vanno a 5 operatori del settore, per i quali, così come per Anseb, l’associazione che ne raggruppa la maggior parte, il vulnus è da ricercare proprio nei ribassi record, che “non devono compromettere un sistema sano che garantisce il 30% del fatturato dei bar e ristoranti nella pausa pranzo”.
Il loro costo infatti lo pagano in primis gli esercizi e le grandi catene di distribuzione (queste ultime avvantaggiate dalla riforma introdotta con il decreto 7 giugno 2017 n. 122 che ha elevato la cumulabilità fino ad 8 buoni pasto allargando il novero sei soggetti autorizzati al loro ritiro), ai quali gli emettitori aumentano il costo della commissione per non andare in perdita, indotti dal perverso meccanismo dello sconto.
Sullo sfondo, la nuova gara Consip che a settembre assegnerà in diversi lotti una commessa per la PA che vale 1,25 miliardi di euro.