Prevenire e ridurre lo spreco alimentare attraverso una pianificazione più attenta dei pasti all’interno di mense ospedaliere, scolastiche e aziendali; gestire meglio il cibo e favorire la riduzione degli sprechi; donare o riusare le eccedenze e riciclare quello che non è stato possibile recuperare: con questi obiettivi il Ministero della Salute ha appena diffuso tre decaloghi ad hoc, disponibili sul sito del dicastero.
Si parte d auna constatazione: secondo le stime, nell’Unione europea, in tutte le fasi della catena alimentare, dalla produzione al consumo, ogni anno si sprecano circa 100 milioni di tonnellate di cibo: il 14% nella ristorazione collettiva. Un sistema che in Italia produce circa un miliardo e mezzo di pasti ogni 365 giorni. Lo spreco alimentare ha dunque un grosso impatto sull’economia, sulla società e sull’ambiente: per questo l’Europa chiede di dimezzarlo entro il 2025.
In particolare, nel Belpaese, secondo i dati forniti dal Banco Alimentare e dalla Caritas, nel settore della ristorazione organizzata, che gestisce 3 milioni di tonnellate di alimenti, ogni anno si producono 210.000 tonnellate di eccedenze, di cui solo il 12% circa, pari a 25.000, vengono recuperate.