Ilaria Puddu cala il Settebello. Con l’apertura di Giolina, vezzeggiativo meneghino di Angela, ristorante a base di “pizza & cocktail” di 220 metri quadri con un centinaio di posti a sedere tra sala grande (78), tavolone social (12), salottino (9) e banco bar (18), arrivano a sette i format (per 35 locali) nel carnet della 38enne imprenditrice lombarda. Che, dopo la laurea allo Iulm di Milano, da braccio destro di Stefano Saturnino è diventata socia dell’ideatore del format Panini Durini.
Con lui tre anni fa ha creato Marghe (pizzeria di nuova generazione amata dagli influencer), per poi lanciare una catena nazionale con il format Pizzium (in collaborazione col pizzaiolo Giovanni Arbellini), che oggi ha 13 pdv in Italia. È stata quindi la volta della – non chiamatela solo – pasticceria Gelsomina, anima sicula nel cuore del capoluogo lombardo dove fare colazione, pranzo o merenda con pane casareccio, ricotta di bufala dop, fragole e granella di nocciole, e, dulcis in fundo – il sino ad oggi quasi introvabile all’ombra della Madonnina – maritozzo alla panna.
Lo stile “rock e romantico insieme” dell’ultima creatura della Puddu, che promette altre due sorprese nel breve periodo, aperta in via Bellotti, a poca distanza da Porta Venezia, ricorda una vecchia casa del centro: lampadari in cristallo, pianoforte, pavimento in cementine esagonali recuperate e 3.200 libri sulle mensole riposti al contrario (“Perché un testo va giudicato per le parole non per la copertina”).
A base dell’offerta food una pizza napoletana ricca di materie prime che sono micro eccellenze italiane: le tonde del primo pizzaiolo Danilo Brunetti sono undici e portano il nome dei numeri milanesi (“Vün”, “Dü”, “Trì”, fino a “Vündes”). Ma da Giolina si può anche andare sul tardi per bere after dinner, oppure prima di cena, per un aperitivo a base di taglierino di salumi, tranci di focaccia e pizza e drink.
Ciascuno degli 11 signature cocktails, ideati da Flavio Angiolillo, che si affiancano a una selezione ristretta di vini naturali e di cantine di nicchia (cinque bollicine, sette bianchi e sette rossi, due dolci e due esteri), porta un tipico nome milanese: il Gasperin, il Carlett, l’Ambrosin, etc.
Il tutto, come si legge sul menu del locale, che dà lavoro a 12 persone, all’insegna del motto “Magna, bef e tas s’at vo vivar in pas”: un invito a lasciarsi sedurre dal mood “alternativo” di Giolina.