Il 61% degli studenti italiani ritine di cibarsi in modo sano ma senza farne una malattia mentre per il 26% è un aspetto fondamentale della propria vita. Sono i dati emersi da una indagine realizzata da Sodexo sulle abitudini alimentari di 4mila universitari di diversi paesi nel mondo.
Nello specifico, il 57% dei ragazzi italiani consuma in ateneo un rapido spuntino preparato a casa, contro il 46% di americani e inglesi. Il 35% mangia invece in università, presso un ristorante, caffè o negozio di altro tipo, dato importante se raffrontato al 19% di iberici e indiani o al 6% dei cinesi.
Il fatto che molto meno della metà degli universitari italiani mangi in facoltà, secondo Franco Bruschi, Head of Schools & Universities Segment Med Region di Sodexo, dimostra come gli atenei di casa nostra abbiano enormi spazi di miglioramento nel rendere le opzioni per pranzare all’interno dei campus più allettanti. A dispetto di quanto si possa pensare infatti, gli italiani sono anche i meno propensi a imparare a cucinare: solo il 30% vorrebbe acquisire competenze in questo campo, superati solo dai cinesi (22%); all’opposto americani (42%) e (39%) indiani.
Il cibo rimane comunque un must per i giovani del Bel Paese: piuttosto che risparmiare saltando un pasto (1%), gli italiani non uscirebbero con gli amici (43%), abbandonerebbero un hobby (3%) o addirittura non accenderebbero il riscaldamento (13%). E ancora: il 44% circa degli studenti si aspetta di trovare cibi a basso contenuto calorico, privi di allergeni e vegani/vegetariani nei locali e nei negozi dell’università.