Cervo blu contro Sirena Verde: Luckin Coffee sfida Starbucks in casa.
Fondata alla fine del 2017 a Pechino, alla fine dell’aprile scorso l’insegna di coffee shop made in China (nel cui logo campeggiano le corna del mammifero wapiti) ha depositato domanda di ammissione al Nasdaq di New York.
Pochi i dettagli trapelati circa la quotazione della nuova società (LK) ma secondo Bloomberg il possibile valore dell’Ipo è stimato in ben 300 milioni di dollari.
Si tratta di una mossa (nella tana del “nemico”) sul lato finanziario che arriva dopo il lancio di una campagna in grande stile per sfidare la leadership della “Sirena Verde” (58% del mercato) sul fronte interno: in Cina sono infatti 3.700 i coffee shop del colosso di Seattle, ma Luckin coffee (ch fa capo al gruppo Tencent, proprietario anche dell’app WeChat, la WhatsApp cinese) ha già all’attivo ben 2.700 caffetterie in 28 città, aperte investendo milioni in solo un anno e mezzo, contro i 20 che sono stati necessari alla creatura di Howard Schultz per raggiungere quel numero.
Destinato ad essere peraltro superato secondo gli analisti già entro la fine di quest’anno, quando LC prevede di avere all’attivo 4.500 location: una progressione da gigante, con un taglio nastro ogni 3 ore e mezza, contro il ritmo di uno ogni 15 ore del rivale a stelle e strisce, che a questo velocità arriverà a 6.000 pdv “solo” nel 2023.
Questo vero e proprio “grande balzo” ha permesso all’azienda dell’ex Celeste impero di raggiungere i 2,9 miliardi di valore, dopo l’ingresso nel capitale del fondo BlackRock, azionista tra l’altro proprio di… Starbucks!
Risultati raggiunti (e obiettivi da conseguire) grazie a un modello di business del tutto diverso da quello della concorrente americana: store minimal di piccole dimensioni senza casse dove caffè e altri prodotti si ordinano e pagano via app, consumandoli in loco rapidamente, take away o in ufficio (consegna garantita in 20 minuti) a prezzi decisamente più abbordabili.